Carcere femminile

L’edificio fu eretto nel 1816 su progetto dell’Ing. Giuseppe Ajala, ufficiale del Genio Militare del Regno delle Due Sicilie, per soddisfare le necessità di una sezione femminile del Carcere Giudiziario Borbonico del Castello. Il carcere femminile (funzionante fino al 1960) ripete i caratteri costruttivi militari dell’epoca, con impianto simmetrico ed organizzazione spaziale di tipo collettivo. La pianta rettangolare si compone di due corpi di fabbrica: quello principale, definito da consistenti muri con finestre strombate e coperture a botte, organizza 6 vani (ex celle) comunicanti con il corridoio-ingresso che si affaccia sulla strada e sul cortile; l’altro corpo, definito da muri meno spessi e coperture meno consistenti organziza il cortile, l’ex corpo di guardia e i servizi.

Le varie articolazioni architettoniche sono tutte inscritte in un unico volume a prisma regolate posto, tra aiole e gradinate, al piede della collina su cui si trovano i Santuario di S. Rocco e Immacolata. Il volume edilizio privilegia il fronte su via Impallomeni con un elegante prospetto a sviluppo orizzontale, ripartito in tre fasce: basamento a terrazzo su cui poggia l’edificio; paramento murario segnato dal bugnato del cantonali, delle finestre e del portale d’ingresso; cornicione di coronamento in muratura che conferisce unita al prospetto distinguendolo dal muro restostante piú elevato che perimetra il cortile ed i cani di servizio.