Le origini risalgono al 4000 a.C. le prime testimonianze che attestano una certa presenza umana nel promontorio milazzese, quando alcune comunità iniziarono una rudimentale costruzione difensiva che, con le successive dominazioni, avrebbe dato vita all’attuale Castello.
Con l’ellenizzazione di Mylai (VIII – VII sec. a.C.) e con i Bizantini dopo, tali rudimentali fortificazioni andarono accrescendosi.
E’ stato infatti ipotizzato che la città classica sorgesse proprio sul luogo dove in epoca medievale si sviluppò il Castello.
[The monumental complex]
The Castle of Milazzo
Esso sorge quindi sulle rovine dei preesistenti insediamenti greci, romani, bizantini e arabi. E’ noto, infatti, che gli Arabi occuparono Milazzo nell’843 d.C. e, in seguito alla disfatta subita dai Bizantini nell’888 d.C., posero la città al centro di un vallo, il c.d. Vallo di Milas (vasta giurisdizione politico – militare retta da un kadì che risiedeva nel Castello).
Fu sotto i Normanni, però, che il Castello assunse non solo la funzione di difesa militare ma anche quella di punto di riferimento per l’organizzazione territoriale di un vasto comprensorio, divenendo, nel coso dei secoli, teatro dei più importanti avvenimenti dell’Isola.
Nel 1185, per via del matrimonio tra Costanza d’Altavilla (figlia del normanno Ruggero II) ed Enrico VI, si aprirono le porte alla dominazione sveva dell’Isola la quale, con Federico II, fu promotrice della fortificazione che conferì al Mastio l’attuale struttura e le funzioni di castrum regio presidiato da una guarnigione regolare. Seguì la dominazione francese e quella spagnola. Sotto Alfonso d’Aragona (XV sec.) si assistette alla creazione di poderose mura, la famosa cinta aragonese, la cui costruzionesi compone di cinque robuste torri semicilindriche nelle quali si aprono le cannoniere ed i fori per le altre armi da fuoco.
Questa costruzione diede al Castello le funzioni di una cittadella strutturata scientificamente, autosufficiente con i suoi depositi di materiale bellico, magazzini, cisterne ed alloggi.
Con la dominazione spagnola il Castello accrebbe la sua importanza strategica e venne circondato da un’ulteriore cinta muraria, la c.d. cinta spagnola. Essa presenta due importanti rivellini e due altrettanto importanti bastioni: il bastione S. Maria, che prende il nome dalla preesistente chiesa di S. Maria, inglobata all’interno delle mura, e il bastione delle Isole, detto così perché guarda appunto verso le Isole Eolie e Capo Milazzo, che ingloba, a sua volta, una precedente chiesa quattrocentesca dalla singolare pianta trapezoidale: la chiesa della Santissima Annunziata, di cui oggi rimangono pochissime tracce. Il bastione fu arricchito da una profonda galleria: la c.d. galleria di contromina.
Tra il 1812 e il 1815 Milazzo fu uno dei teatri nel quale si svolsero le guerre napoleoniche che videro il Castello divenire un’importante base britannica. Nei primi anni dell’Ottocento, infatti, la Sicilia fu base inglese ed accolse i Borboni in esilio a causa dell’occupazione francese. Risale a questo periodo la creazione del famoso Cimitero inglese, localizzato sotto il rivellino centrale, vicino al basso muretto di trincea.
Di esso oggi rimane una sola lapide conservata all’interno del Duomo Antico, recuperata dai volontari di SiciliAntica – Milazzo. L’iscrizione riportata sulla lapide commemora il Capitano inglese Samuel Hodges, morto a soli 28 anni.
Nel luglio 1860 Milazzo fu teatro della famosissima battaglia tra Garibaldini e Borbonici che, come è noto, si risolse con la vittoria di Garibaldi e l’allontanamento del presidio borbonico installato proprio nel Castello.
A partire dal 1880, in epoca fascista poi e fino agli anni Sessanta del secolo scorso, il Castello fu adibito a carcere e subì ulteriori rimaneggiamenti che causarono l’alterazione delle preesistenti strutture.
Degli antichi edifici che occupavano larghi spazi dell’area compresa tra il Castello e la cinta spagnola sono giunte sino a noi solo due costruzioni: il Duomo Antico e il Monastero delle Benedettine (impropriamente noto come Palazzo dei Giurati).
Infine, su uno sperone delle mura medievali che guardano verso il promontorio e verso la spiaggia del Tono, si staglia uno strano disegno, il famoso scarabeo, creato con conci di pietra lavica nera sulle cui origini e funzioni non sono mancate disparate attribuzioni. L’ipotesi più probabile è che si tratti di un simbolo astronomico, esatto indicatore del sorgere del sole al solstizio d’estate (21 giugno).